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Laurana Editore: Fremen

I Fremen sono i protagonisti di Dune, il famoso ciclo di romanzi di Frank Herbert: il popolo che vive negli enormi spazi aridi del pianeta Arrakis. I Fremen hanno fatto del deserto, temuto da tutti e da tutti ritenuto inabitabile e disabitato, la propria casa, la propria risorsa, la propria forza. La collana fremen è curata da Giulio Mozzi.

Lo splendore

I. L'infanzia di Hans

di Pier Paolo Di Mino

editore: Laurana Editore

pagine: 680

Che cosa sappiamo della realtà? La realtà dell’esperienza ci è nota: conosciamo fatti, eventi, cause, luoghi, individui. Ma nel cuore dell’esperienza è nascosta una trama simbolica: la realtà reale. Nell’Ottocento, mentre grazie alla rivoluzione industriale la tecnica si affermava come lo strumento principe per la conoscenza e il dominio del mondo, i romanzieri – da Balzac a Flaubert – tentarono di rappresentare scientificamente la realtà dell’esperienza; ma nel passaggio al Novecento ci si accorse che il realismo non riusciva a soddisfare il bisogno di senso, che l’esperienza risultava frammentata e dispersa, che la realtà reale sfuggiva alla presa. Joyce, Proust, Döblin, Mann, Broch, Musil, Hesse, Canetti e altri tentarono un romanzo nuovo, vorace, spirituale, strabordante dalle forme canoniche. Lo splendore di Pier Paolo Di Mino si colloca in questa tradizione modernista; ma ficca le sue radici molto più nel profondo, nelle grandi narrazioni bibliche e prebibliche, nella sapienza cabalistica e alchemica – il titolo è un omaggio allo Zohar –, nel romanzo comico e parodistico di Cervantes e Sterne. E al tempo stesso è una rocambolesca e talvolta granguignolesca epopea popolare, avvincente come un romanzo di Dumas. Questo primo volume dello Splendore è il racconto dell’infanzia di Hans Doré, nato nel 1911 in un sobborgo di Berlino e destinato a diventare il «vero re», colui che – senza saperlo – potrà salvare il mondo dalla macchina della necessità; ma è soprattutto il racconto della sua genealogia diretta e indiretta, nella quale si affollano personaggi memorabili – la curatrice ambulante Hermine, la piissima Clea, il brutale Gustav, il fervente socialista Joseph –, ciascuno con il proprio compito all’interno della sottile trama che regge le sorti dell’umanità. Le loro vite sono contese da due fazioni contrapposte, che sembrano muoversi con agilità nello spazio e nel tempo: da una parte l’abeliano Hubel e il cainita Ginzburg, dall’altra il prete Kircher e un misterioso libraio. Saranno questi ultimi che, per mezzo di un visionario libro azzurro fatto di sole immagini, tenteranno di guidare Hermine, Clea, Gustav, Joseph e lo stesso Hans verso lo splendore.
22,00

La casa delle orfane bianche

di Fiammetta Palpati

editore: Laurana Editore

pagine: 376

Per aiutarsi reciprocamente tre donne di mezz’età decidono di ritirarsi in una casa di paese con le rispettive anziane madri, bisognose di assistenza. La convivenza, sulla carta, è un incastro perfetto: cosa c’è di meglio della rusticità dei bei tempi andati per dividere spese, pensieri, incombenze, e magari risanare quel legame intimo tra madre e figlia, di accudimento e amore, che al momento è invertito? Ma il nido si mostra assai presto per quello che è: un covo di immaturità, risentimento, egocentrismo e disperazione che sfocia in un tragicomico delirio collettivo: la casa si rivolta contro le inquiline e il loro desiderio, soffocandole tra immondizie, un cane infido e l’odore nauseabondo di una papera guasta. La situazione precipita quando arriva nella casa, teoricamente come badante, una suora fasulla e inferma, che si piazza in poltrona e pretende d’essere servita e riverita. Lo scompiglio che ne segue getta le protagoniste nello sconforto totale finché, come in ogni dramma che si rispetti, esse saranno costrette a smascherarsi, e a dichiararsi orfane bianche. Un piccolo miracolo profano si compie: ma nessuno guarisce, e la porta della casa delle orfane bianche si chiude su un lieto e bizzarro banchetto funebre, a base di uova tonnate e pizze di Pasqua. A fare da cerimoniere in casa, e assistere il lettore durante lo svolgersi di questo mistero pasquale, c’è un narratore in smoking: distaccato, compassato, divagante – un flâneur da sala piegato alla cronaca, o un videocronista con ambizioni letterarie – che si immerge sempre più intensamente nell’infelicità delle orfane bianche, a mostrare come quell’agnizione aspiri a essere una categoria poetica, prima ancora che una condizione psicologica.
19,00

Ferrovie del Messico

di Gian Marco Griffi

editore: Laurana Editore

pagine: 824

Se cercate dell’avventura, in questo romanzo ne troverete a bizzeffe. Se cercate della letteratura, con questo romanzo ne farete una scorpacciata. I luoghi e i tempi: Asti, Repubblica Sociale Italiana, febbraio 1944; su e giù per le ferrovie del Messico, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso. I personaggi (non tutti): Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria, tormentato dal mal di denti, incaricato di compilare una mappa delle ferrovie del Messico (l’ordine viene dall’alto, molto dall’alto); Tilde Giordano, ragazza bellissima e folle, imbevuta di letteratura, della quale Cesco si innamora all’istante e perdutamente; Steno, devotissimo fidanzato di Tilde, partigiano senz’armi; don Tiberio, prete di città confinato a Roccabianca a causa di certe sue insane passioni; Epa, cartografo samoano (delle Samoa tedesche); Adolf il Führer e la sua consorte Eva, alle prese con l’abuso di anglicismi; Angelo detto Angelino detto Angelito detto Lito Zanon, addetto cimiteriale alla bollitura di cadaveri; Mec il muto, suo sodale fin dai tempi in cui insieme costruivano ferrovie in Sudamerica; le due Marie, entrambe di nome Maria; Bardolf Graf, impiegato amministrativo, ignaro motore immobile di tutta la storia; Ettore e Nicolao, informatissimi e misteriosi clienti fissi del night club segreto l’Aquila agonizzante, prossimi ai partigiani; Gustavo Adolfo Baz, autore del volume Historia poética y pintoresca de los ferrocarriles en México; Edmondo Bo, frenatore poeta, o poeta frenatore, o frenatore e poeta, in ogni caso alcolista e oppiomane; l’orribile Obersturmbannführer Hugo Kraas, amante dell’arte italiana, discutibile golfista e spietato SS; Giustina Decorcipo, compagna d’orfanotrofio di Ettore e Nicolao, violentata e uccisa e gettata sul bordo della strada a sedici anni; Feliciano, bambino morto. Con Ferrovie del Messico Gian Marco Griffi ci ha dato un grande romanzo corale, spassoso e commovente, giocoso e profondo, realistico e fantastico, avvincente senza tregua, scritto con una lingua quasi parlata, sempre cordiale tanto nel registro comico quanto in quello drammatico, e tuttavia letteratissima. Se i numi tutelari di Griffi sono senz’altro Jorge Luis Borges e Carlo Emilio Gadda (e fanno capolino qua e là Roberto Bolaño, Thomas Pynchon e – com’è logico – i Monty Python), il risultato è del tutto originale.
22,00

Il censimento dei lampioni

di Carmelo Vetrano

editore: Laurana Editore

pagine: 312

Sebastiano rientra al paese d’origine, in Puglia, dopo un periodo trascorso all’estero. Deve comparire intribunale per la sentenza di separazione dalla moglie Magda. Trova lavoro, per sé e per il padre disoccupato, come censore dei lampioni di strada per la società Electric Sole; e decide di rimanere. Il lavoro fianco a fianco col padre, che molti anni prima aveva lasciato senza apparenti motivi la famiglia, mette in luce antichi dissapori. Il tutto si complica con l’inizio di una relazione tra il padre di Sebastiano e Magda. Ma durante il lavoro di censimento molti eventi aiuteranno Sebastiano a confrontarsi con il proprio passato: in particolare l’incontro con Lisa, una giovane artista le cui opere, le «Mappe dei giorni»,consistono di brevi frasi che descrivono la sua vita quotidiana. Sebastiano stesso, imitandola, trasformerà le schede del censimento in brevi narrazioni, consegnando a ogni lampione una storia e recuperando allo stesso tempo i propri ricordi. Per scoprire, alla fine, che la distanza tra lui e il padre non è poi così grande.
18,00

ADA:39

di Cosimo Lupo

editore: Laurana Editore

pagine: 240

«Nell’orizzonte di Lupo l’uomo e l’universo vivono intrecciati, il naturale domina sull’umano, la fabula è una forma di astrazione». Stefano Valenti
18,00

Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta

di Manuela Mazzi

editore: Laurana Editore

pagine: 272

«Questo è un racconto monumentale, come sempre è il ricordo della gioventù e dell'adolescenza selvatica» Dalla postfazione di Ermanno Cavazzoni
18,00

La questione dei cavalli

di Arianna Ulian

editore: Laurana Editore

pagine: 288

«Il ritratto di una Venezia che nessuno si poteva aspettare. Una prova autoriale che merita il più grande rispetto». Dario Voltolini
18,00

Ferrovie del Messico

di Gian Marco Griffi, Marco Drago

editore: Laurana Editore

Se cercate dell’avventura, in questo romanzo ne troverete a bizzeffe
11,99

ADA:39

di Cosimo Lupo

editore: Laurana Editore

Cosimo si sta facendo portare a trentanovemila metri di altezza da un pallone a elio
7,99

Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta

di Manuela Mazzi

editore: Laurana Editore

Negli anni Ottanta, mentre in Italia spadroneggiavano i paninari, un poco più a Nord, nella Svizzera italiana, nasceva il movi
7,99

La questione dei cavalli

di Arianna Ulian

editore: Laurana Editore

Un visionario regista canadese sceglie Venezia come ambientazione per il sequel del film western Il mio nome è Nessuno
7,99

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