Per aiutarsi reciprocamente tre donne di mezz’età decidono di ritirarsi in una casa di paese con le rispettive anziane madri, bisognose di assistenza. La convivenza, sulla carta, è un incastro perfetto: cosa c’è di meglio della rusticità dei bei tempi andati per dividere spese, pensieri, incombenze, e magari risanare quel legame intimo tra madre e figlia, di accudimento e amore, che al momento è invertito? Ma il nido si mostra assai presto per quello che è: un covo di immaturità, risentimento, egocentrismo e disperazione che sfocia in un tragicomico delirio collettivo: la casa si rivolta contro le inquiline e il loro desiderio, soffocandole tra immondizie, un cane infido e l’odore nauseabondo di una papera guasta.
La situazione precipita quando arriva nella casa, teoricamente come badante, una suora fasulla e inferma, che si piazza in poltrona e pretende d’essere servita e riverita. Lo scompiglio che ne segue getta le protagoniste nello sconforto totale finché, come in ogni dramma che si rispetti, esse saranno costrette a smascherarsi, e a dichiararsi orfane bianche.
Un piccolo miracolo profano si compie: ma nessuno guarisce, e la porta della casa delle orfane bianche si chiude su un lieto e bizzarro banchetto funebre, a base di uova tonnate e pizze di Pasqua.
A fare da cerimoniere in casa, e assistere il lettore durante lo svolgersi di questo mistero pasquale, c’è un narratore in smoking: distaccato, compassato, divagante – un flâneur da sala piegato alla cronaca, o un videocronista con ambizioni letterarie – che si immerge sempre più intensamente nell’infelicità delle orfane bianche, a mostrare come quell’agnizione aspiri a essere una categoria poetica, prima ancora che una condizione psicologica.
Quarta di copertina
«Per sapere come va a finire,
bisognerebbe contemplare questa e ogni altra storia con uno sguardo diverso,
che è lo sguardo di Dio,
il più atteso tra gli ospiti inattesi».
Alessandro Zaccuri
bisognerebbe contemplare questa e ogni altra storia con uno sguardo diverso,
che è lo sguardo di Dio,
il più atteso tra gli ospiti inattesi».
Alessandro Zaccuri
Biografia dell'autore
Fiammetta Palpati
Fiammetta Palpati è nata a Roma. È laureata in Letterature comparate. Vive ad Amelia, nella campagna umbra, dove ragiona, insegna e scrive di paesaggio e letteratura.Rassegna stampa per La casa delle orfane bianche
MANGIALIBRI - LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE
pubblicato il: 15-03-2025
Su MangiaLibri una recensione de "La casa delle orfane bianche" di Fiammetta PalpatI
ESORDI LETTERARI - LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE
pubblicato il: 20-01-2025
Su "Esordi letterari" una recensione del fremen "La casa delle orfane bianche" di Fiammetta Palpati
SENTIERI DI CARTESENSIBILI - LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE
pubblicato il: 28-04-2024
Adriana Ferrarini ha recensito per il blog "Sentieri di carte sensibili" il romanzo di Fiammetta Palpati "La casa delle orfane bianche"
CULTWEEK - LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE
pubblicato il: 15-04-2024
Michela Fregona ha recesito per il blog "Cultweek" "La casa delle orfane bianche" di Fiammetta Palpati
IO DONNA - LA CASA DELLE ORFANE BIACHE
pubblicato il: 11-03-2024
Tina Guiducci ha recensito il romanzo di Fiammetta Palpati "La casa delle orfane bianche" per il settimanale "Io donna", supplemento del "Corriere della sera"
REWRITERS - LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE
pubblicato il: 10-03-2024
Su ReWriters Magazine un articolo dedicato al fremen "La casa delle orfane bianche"
IL PICCOLO - LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE
pubblicato il: 03-03-2024
Francesca Schillaci ha recensito ''La casa delle orfane bianche'' di Fiammetta Palpati per il quotidiano triestino Il Piccolo