Una terribile pestilenza aggrediscela città nel peggiore momento possibile: un declino politico che minaccia di scalzare la Corona spagnola e aprire le porte all’incursione francese. Palermo è infetta, mefitica, allo sbando. Anche la Chiesa, persa nei suoi riti arcaici e ripetitivi, non offre alcun segno di conforto.
In questo clima di afoso sbigottimento, don Ferdinando, esponente del Consiglio della Corona, apprende l’edificante storia di Rosalia Sinibaldi, giovane asceta che ben cinquecento anni prima aveva fatto scelta di eremitaggio, rinunciando al proprio casato e anche alle regole monastiche della Chiesa ufficiale, alla ricerca di un rapporto diretto col divino.
E dunque, mentre don Ferdinando capisce che l’unico modo per riportare ordine potrebbe essere quello di riunire il popolo al grido di “Viva Palermo e Santa Rosalia”, si dipana la vicenda della santa ribelle, delle sue passioni, sofferenze, controverse scelte e dei suoi ideali.
La vita di Rosalia si tinge di leggenda, a unificare una comunità che si deve ricostruire, con tutta la forza di una storia eretica che si ripropone a distanza di secoli, dominati dal potere temporale e dalla necessità di racchiudere quello divino nelle dita di una mano.
Quarta di copertina
Biografia dell'autore
Roberto Tagliavia

Roberto Tagliavia è stato funzionario del Partito comunista italiano per dieci anni. Tornato a lavorare nell’agenzia marittima di famiglia dal 1984 al 1992, è rientrato nella vita politica a sostegno del primo governo regionale con assessori del Pci, nato in Sicilia dopo la strage di Capaci. Ha fatto parte dello staff del gruppo parlamentare Pci nell’Assemblea regionale siciliana, dove è rimasto fin dopo la costituzione del gruppo parlamentare del Pd. È autore di Mai più terra dei silenzi, un dialogo con lo storico Francesco Renda sulle vicende politiche siciliane. Con Zolfo, nel 2022 pubblica I mandarini di Ciaculli.