Quando l’avvocato Ernesto Mignoni Arduini sale all’Aventino per una serata che si annuncia noiosa, tra nobili decaduti e professionisti frolli, non ha idea che di lì a poco il tappo della bottiglia che porta in dono verrà usato per un tentato omicidio. Non ha neppure idea di chi sia er Puma, già professore di semiologia e estetica all’università di Bologna e oggi sommelier, che verrà ucciso il giorno dopo. Conosce solo, biblicamente, la Tigre der Bengala, prostituta trasteverina di folgorante bellezza. Il problema di Mignoni Arduini, più che altro, è che in meno di ventiquattr’ore uno zoo di personaggi matti e indiavolati entra nella sua vita e la stravolge. Mentre lui, particolare non da poco, viene considerato il mandante dei delitti e deve scagionarsi. Il che gli varrà una discesa agli inferi. Letteralmente. Dall’attico con terrazza ai Parioli alle antiche grotte nel sottosuolo di Roma. Un romanzo dal ritmo serrato e dalla
sorprendente ironia, che ha il coraggio di essere fi nalmente e del tutto un bel romanzo italiano. Sarebbe piaciuto a Carlo Emilio Gadda per come sa restituirci una Roma verace. E
poi perché contiene una tenera storia d’amore. Ad alta gradazione etilica.
Bruno Capponi è professore ordinario di Diritto processuale civile del Dipartimento di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli. Con Novecento Editore ha pubblicato Chi nasce quadro può morire tondo (2013), Il concorso (2014) e Salviamo la giustizia civile (2015). Con la ESI ha pubblicato la raccolta di racconti Incubi da giorni qualunque (2016). Esercita a Roma la professione di avvocato civilista.
sorprendente ironia, che ha il coraggio di essere fi nalmente e del tutto un bel romanzo italiano. Sarebbe piaciuto a Carlo Emilio Gadda per come sa restituirci una Roma verace. E
poi perché contiene una tenera storia d’amore. Ad alta gradazione etilica.
Biografia dell'autore
Bruno Capponi
