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DOMANI - IL VELENO NELLA CODA

Recensione di: Il veleno nella coda
22.05.2021
Fra le pagine dell'autofiction si aggira l'oscuro inquilino di Berlusconi e il suo dentista

Francesco Mazza racconta la sua vita in un libro, partendo dal suicidio del padre. Ovvero colui che ha ricostruito la mascella al cavaliere, distrutta da Tartaglia

Evviva l'autofiction, se ha delle storie da raccontare. Dopo decenni in cui qualsiasi autore ha ritenuto doveroso fare storytelling sul proprio io, e ha riempito scaffali di narrativa di romanzi che sono autocertificazioni, non richieste, con copertina, il lettore potrebbe sentirsi leggermente stracco, aver voglia di prendere tutta l'onda dell'autofiction per quello che in gran parte è: il dormicchiare delle autocertificazioni sotto una coperta nostalgica. E trascendentale, perché a volte l'orizzonte del senso comune può essere la noia. Il sonno della ragione genera mostri, certo. Il dormiveglia del "molle mostro" genera, in certi casi, tomi. Fortuna che ci sono altri casi. Come Il veleno nella coda, di Francesco Mazza (Laurana), uno scrittore che parla in prima persona del rapporto col padre per 600 pagine - tema che mobilita mezzo mondo della letteratura - e si fa golosamente leggere. [...]

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Il veleno nella coda

di Francesco Mazza

editore: Laurana Editore

pagine: 616

Un padre, un figlio, un doppio regolamento di conti. Un figlio decide di scrivere un libro per regolare i conti con il padre – un padre che è una specie di «Re Mida al contrario». Ma proprio nei giorni in cui finisce di scriverlo, il padre si suicida. E lascia un memoriale: con il quale fa, a sua volta, i conti con tutta la propria vita. E che cosa è la vita, per questo padre e questo figlio? È l’inseguimento del più potente, del più pericoloso, del più letale dei seduttori: il successo. «Ero famoso», scrive il figlio a un certo punto. «Sarebbe durato pochissimo e il risveglio sarebbe stato brutale». Ma se il figlio ha la forza di tentare, di riuscire, di cadere e poi di rialzarsi, il padre a un certo punto no, non ce la fa più. In questo libro, cara lettrice, caro lettore, trovi tutto: il racconto del figlio e il racconto del padre. Entrambi sono pieni di avventure, di intelligenza, di sentimenti fortissimi, di odio e di amore, di ambizione e delusione. E ci troverai il doppio ritratto di un’Italia gaudente e disperata. Tu, vedrai, non saprai decidere: non saprai deciderti. La doppia immagine di questo padre, di questa Italia, di queste vite, ti resterà appiccicata addosso. Forse per sempre. Giulio Mozzi
19,50

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