In pillole
«Lo Zar di tutte le Russie evita di avvicinarsi al gruppetto di cinquantacinquenni surriscaldate e si limita a slacciarsi la cravatta per far passare un po’ d’aria attraverso il colletto. Ha rinunciato al dolcevita nero soltanto perché l’Italia è la terra del sole e del caldo e poi ormai lo sa che in Occidente la cravatta, la camicia, quelle robe lì, hanno ancora un valore simbolico che guai a metterlo in dubbio. Il suo sguardo da rettile passa da un volto all’altro con scatti di una precisione digitale, simili a movimenti regolati da un encoder. Che cosa ci è venuto a fare, in fondo?»