POEATRUM SILVA - L'ISOLA DI CARONTE
Per il bel romanzo d’esordio di Alessandro Buttitta (Laurana Editore 2021), questo passaggio potrebbe valere come una dichiarazione di poetica:
Mi ritrovai a pensare che, se fossi stato uno scrittore tardo-romantico, avrei indugiato sui flutti in eterno conflitto con le scogliere, sugli occhi gentili della ragazza che amava perdersi in oscuri sentieri, sulle mani sudate del becchino che le stava dietro, sui passi titubanti del militare che un tempo rifletteva sui massimi sistemi. Tuttavia, nel rispetto delle incongruenze del Creato, mi adeguavo a tempi tristi nei quali il sublime ha ceduto irrimediabilmente il passo alle sublimazioni. (p. 100)
Al centro della storia c’è in effetti Ustica, isola al largo di Palermo, trattata con grande compostezza di stile, senza facili tentazioni atmosferiche, quasi come il pretesto per dare al racconto la coerenza di un’unità di luogo. A Ustica si reca il protagonista Andrea Mangiapane insieme agli altri becchini dell’agenzia Vita Natural Durante, per la morte ancora da spiegare del giornalista Vella. Da lì si mette in moto la macchina narrativa dell’indagine, ma la stessa struttura del giallo appare a sua volta come il pretesto per ragionare, sovvertire, giocare con qualche stereotipo di genere, affrontare nel finale un dilemma etico centrale della cultura siciliana, e più diffusamente ironizzare “con cauto ottimismo” (p. 7) sulla morte. Anche in questo mi pare che sia stato molto bravo l’autore, che è riuscito a costruire un testo godibile, leggero nel senso migliore, capace di confrontarsi di continuo con il pensiero della morte, sottraendosi però al sublime, alla vertigine, cercando di stemperare, a volte scherzare, e per quanto possibile di capire. [...]
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