FORMICHE.NET - IL VELENO NELLA CODA
Un libro anti-letterario che sta diventando un caso letterario. Si parla dell’autobiografia di un quarantenne, Francesco Mazza, che ha raccontato il proprio rapporto/contrasto col padre, ne “Il veleno nella coda” (Laurana). E fin qui abbiamo a che fare con un topos, sia nei plot narrativi che nelle considerazioni dei saggisti. La crisi della figura paterna rimanda all’onda lunga freudiana e lacaniana: la ricerca del padre da parte del figlio, con le sue implicazioni culturali e psicologiche, è stata raccontata, per esempio, nel bel libro su Telemaco di Massimo Recalcati. La fuga infinita dalla personalità del padre è la linea della prosa più feroce di Giuseppe Berto, l’indifferenza e fastidio per il padre è la costante di Michel Houellebecq.
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Il veleno nella coda
di Francesco Mazza editore: Laurana Editore
pagine: 616
Un padre, un figlio, un doppio regolamento di conti.
Un figlio decide di scrivere un libro per regolare i conti con il padre – un padre che è una specie di «Re Mida al contrario». Ma proprio nei giorni in cui finisce di scriverlo, il padre si suicida. E lascia un memoriale: con il quale fa, a sua volta, i conti con tutta la propria vita. E che cosa è la vita, per questo padre e questo figlio? È l’inseguimento del più potente, del più pericoloso, del più letale dei seduttori: il successo. «Ero famoso», scrive il figlio a un certo punto. «Sarebbe durato pochissimo e il risveglio sarebbe stato brutale». Ma se il figlio ha la forza di tentare, di riuscire, di cadere e poi di rialzarsi, il padre a un certo punto no, non ce la fa più. In questo libro, cara lettrice, caro lettore, trovi tutto: il racconto del figlio e il racconto del padre. Entrambi sono pieni di avventure, di intelligenza, di sentimenti fortissimi, di odio e di amore, di ambizione e delusione. E ci troverai il doppio ritratto di un’Italia gaudente e disperata. Tu, vedrai, non saprai decidere: non saprai deciderti. La doppia immagine di questo padre, di questa Italia, di queste vite, ti resterà appiccicata addosso. Forse per sempre.
Giulio Mozzi
editore: Laurana Editore
pagine: 616
Un padre, un figlio, un doppio regolamento di conti.
Un figlio decide di scrivere un libro per regolare i conti con il padre – un padre che è una specie di «Re Mida al contrario». Ma proprio nei giorni in cui finisce di scriverlo, il padre si suicida. E lascia un memoriale: con il quale fa, a sua volta, i conti con tutta la propria vita. E che cosa è la vita, per questo padre e questo figlio? È l’inseguimento del più potente, del più pericoloso, del più letale dei seduttori: il successo. «Ero famoso», scrive il figlio a un certo punto. «Sarebbe durato pochissimo e il risveglio sarebbe stato brutale». Ma se il figlio ha la forza di tentare, di riuscire, di cadere e poi di rialzarsi, il padre a un certo punto no, non ce la fa più. In questo libro, cara lettrice, caro lettore, trovi tutto: il racconto del figlio e il racconto del padre. Entrambi sono pieni di avventure, di intelligenza, di sentimenti fortissimi, di odio e di amore, di ambizione e delusione. E ci troverai il doppio ritratto di un’Italia gaudente e disperata. Tu, vedrai, non saprai decidere: non saprai deciderti. La doppia immagine di questo padre, di questa Italia, di queste vite, ti resterà appiccicata addosso. Forse per sempre.
Giulio Mozzi
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